UNA STORIA “PREZIOSA”
3) L'incendio del quadro originale e la nuova immagine
Tutte le fonti sono d'accordo nel ritenere che la perdita della venerata immagina di Maria SS. Preziosa, sia avvenuta nel corso di un incendio sviluppatosi casualmente il 12 settembre 1890. Intanto bisogna chiarire che era consuetudine portare il quadro della Madonna Preziosa, dalla chiesa Parrocchiale del SS. Salvatore alla Cappella rurale, due volte l'anno, l'8 settembre e il martedì dopo Pasqua, lasciandola in quel luogo per un mese.
La prima volta avveniva in forma molto più solenne, nel corso dei festeggiamenti tradizionali di settembre, ma la seconda richiamava molti pellegrini, a causa del periodo favorevole delle feste di Pasqua.
Nella cappella il quadro veniva sistemato su di un tavolino, accanto all'altare maggiore e vi venivano poste davanti delle candele accese, che la sera venivano rigorosamente spente. Quel giorno, alcune pie donne si recarono, nel tardo pomeriggio, a visitare e pregare la Madonna, dimenticando, nell'andar via, di spegnere le candele. Durante la notte, le fiamme si propagarono prima ai candelabri, che erano di legno e successivamente al quadro, distruggendolo completamente. Non appena si propagò la notizia che usciva del fumo dai finestrini della chiesa in campagna, il popolo accorse immediatamente e, sfondata la porta di ingresso, trovò gli ultimi resti fumanti dell'antico quadro, che furono devotamente conservati in un'apposita urna.
L'angoscia e lo sgomento si impadronirono della popolazione, che pensando di aver perso la cosa più “Preziosa” che possedeva, nominò subito una nuova commissione per la raccolta delle offerte e contattò un famoso artista napoletano, Federico Maldarelli, affinché ne curasse la riproduzione. Pare che il pittore avesse richiesto, in un primo momento, una cifra esorbitante e che la commissione si fosse spaventata al pensiero di una somma simile a cui, probabilmente, non avrebbe mai potuto arrivare, ma qualcuno consigliò la commissione di rivolgersi alla moglie dell'artista, donna pia e devota alla Madonna, che non mancò di interporre la sua opera nei confronti del marito. Alla fine il quadro sarebbe stato pagato ad un prezzo di favore di £ 2000, oltre a qualche piccolo regalo, “complimento” si legge nel testo originale del Ferro.
L'artista era stato pregato di dipingere il quadro nel modo più vicino possibile al primitivo, ma sia perché non aveva davanti una precisa immagine del quadro originale, sia perché dovette rifarsi alle descrizioni altrui, il quadro consegnato non piacque ai casalesi, perché la Madonna era sorridente e non bruna, poco somigliante alla loro “Zingarella”.
Questo primo quadro, dove la presenza dei due santi era stata sostituita con quella delle Anime del Purgatorio, venne poi acquistato dall'Abate di S. Antonio Abate al Reclusorio di Napoli, nei pressi di Via Foria, dove ancora si trova.
Il Maldarelli fu costretto a riprendere il lavoro e, dopo cinque mesi, consegnò il quadro con la Madonna bruna e pensosa, secondo le aspettative dei Casalesi. In verità il Parroco Natale, nei suoi “Ricordi Storici” sostiene che, questo secondo quadro, pur essendo bellissimo, non imitava perfettamente il primo, nel senso che in quello originale la Madonna guardava verso il popolo; in questo, invece, tiene quasi gli occhi bassi e guarda a terra. Comunque sia, questo secondo quadro fu accolto dal popolo con grande entusiasmo e il culto e la devozione furono rinsaldati, non solamente a Casale, ma anche oltre l'oceano, nelle Americhe, dove viveva un gran numero di emigrati che, con le loro generose offerte, contribuirono, in seguito, anche all'Incoronazione, come ci ricorda una lapide marmorea, nella chiesa del SS. Salvatore.
Il 2 febbraio 1891 il nuovo quadro venne benedetto, nella Cattedrale di Aversa, dal vescovo Mons. Carlo Caputo, in abiti pontificali. Il tripudio fu immenso. La maggioranza degli abitanti di Casale e dei paesi vicini si recò ad Aversa e, dopo la solenne benedizione, riportò a Casale la sua Madonna, preceduto dal clero, dalle congreghe e dalla banda musicale, percorrendo ben quattro miglia di strada a piedi.
Il paese, tutto ornato a festa, con l'esposizione della biancheria più preziosa, tratta dai bauli delle nostre nonne, fumava di incensi e risuonava di spari di gioia, mentre le campane che sembravano impazzite, volevano esprimere tutto l'affetto dei casalesi alla loro Madonna.
Accompagnata dal Vescovo, la Sacra Immagine percorse tutta la terra di Casale, “fra la commozione di un intero popolo, che, piangendo di gioie, l'accompagnava”, così si esprime il Parroco Natale, nei già citati “Ricordi” e aggiunge: “Quando l'acqua benedetta toccò quella tela, tutti, anche i cuori più duri, furono tocchi e gli occhi s'imperlarono di pianto. Chi scrive fu testimone oculare di tale funzione, ed al certo non potrà dimenticare quel giorno bellissimo”.