CAPITOLO VII
STORIA DELLE INCORONAZIONI
1. L'incoronazione dal 1908: le motivazioni
Sono estremamente rare, nel corso della storia dell'uomo, le occasioni in cui il potere politico, l'autorità ecclesiastica e la voce del popolo si sono trovati perfettamente d'accordo. Nella maggior parte dei casi, la voce del popolo rimaneva inascoltata e i suoi bisogni disattesi. Casale, nel suo piccolo, ha registrato uno di questi casi, in quanto l'occasione dell'Incoronazione della Vergine Preziosa, avvenuta l'8 Settembre del 1908, fu davvero voluta e sollecitata da tutti.
Oggi si direbbe che fu “trasversale”, cioè attraversò tutti i ceti sociali, che, per una volta, non si fecero la guerra, ma si sentirono uniti intorno allo stesso obiettivo.
Per quanto riguarda il clero, la petizione rivolta al Capitolo Vaticano venne sottoscritta, oltre che da quello di Casal di Principe, composto dal parroco, Pasquale Fedele ed altri quindici sacerdoti, anche dai parroci della vicina parrocchia di San Cipriano D'Aversa, Casapesenna, Vico di Pantano, Frignano Piccolo e Maggiore, San Marcellino, Trentola, Ducenta, Aprano, Casaluce e Casalnuovo a Piro.
Un'istanza simile venne rivolta dal Consiglio Comunale, che, all'unanimità, auspicava questo omaggio verso la Madonna, rivolgendosi al vescovo del tempo, Mons. Francesco Vento, affinché insistesse presso il Vaticano, per provocare il decreto.
Il popolo, per parte sua, appariva pieno di entusiasmo e di fervore all'idea che potesse essere realizzato il sogno coltivato da tante generazioni di Casalesi, per dimostrare il loro amore e la loro gratitudine a Maria.
Gli argomenti su cui poggiavano le richieste, peraltro interamente accettate dal Vaticano, erano i seguenti:
- L'autenticità, cinque volte secolare, della miracolosa immagine di Maria SS Preziosa.
- Il culto, a Lei entusiasticamente prestato, per tutto questo tempo, non solo dai Casalesi ma anche dagli abitanti dei paesi vicini, da cui provenivano gruppi e pellegrinaggi.
- Anzi, erano arrivati anche pellegrini dalle Americhe, dove c'erano molti emigrati, che, con le loro offerte, contribuirono alle spese dell'incoronazione, come ci ricorda ancora la lapide scoperta per l'occasione.
- grosissimi prodigi, che attestano la benevolenza della Madonna per il suo popolo, testimoniati dagli ex-voto e dai tanti oggetti preziosi a Lei donati per rendimento di grazia.
Sappiamo, inoltre, per merito del Parr. Natale, che esistevano precedenti importanti, che avevano in qualche modo preparato o comunque favorito, questo importante riconoscimento.
Ad esempio, in data 25 Gennaio 1905, l'importanza del Santuario di M. SS. Preziosa era già stata ampiamente riconosciuta dal Vaticano che, in tale data, aveva concesso “l'indulgenza plenaria”, a tutti quelli che, confessati e comunicati, avrebbero visitato la cappella il 5 settembre e nei sette giorni successivi, come pure in altri tre giorni dell'anno, indicati dal vescovo.
Veniva pure concessa l'indulgenza di 100 giorni a tutti quelli che, col cuore contrito, avrebbero visitato, in preghiera, la suddetta cappella.
Sempre dalla stessa fonte apprendiamo che, nel gennaio del 1906, l'altare della Vergine era diventato “altare privilegiato quotidiano”.
Mediante questa concessione si diceva che, chiunque facesse celebrare una S.Messa, poteva, secondo la volontà di Dio, liberare un'anima dal Purgatorio e condurla in Paradiso.
Del resto, come sappiamo, non era la prima volta che i Casalesi sognavano di vedere incoronata la loro mamma celeste; come abbiamo ricordato, già nel 1763 erano state preparate delle corone d'argento, per incoronare una statua della Madonna, ma, per l'infedeltà del custode, non si potette procedere all'incoronazione.
2 La festa del 1908
Nel 1908, per celebrare adeguatamente questo straordinario avvenimento, fu dato incarico al dott. Florindo Ferro di Frattamaggiore, di scrivere un opuscolo di memorie storiche sulla Vergine Preziosa.
Si tratta di un libretto veramente “prezioso”, perché contiene informazioni inedite, curiosità, descrizioni precise e puntuali degli avvenimenti e perfino il programma della festa.
Io l'ho consultato attentamente, anche perché esso rappresentava, insieme ai testi di Santagata, una delle pochissime fonti certe di informazione di cui possiamo disporre.
Da questi testi, dunque, ho tratto le seguenti notizie e curiosità.
Come sappiamo, le feste patronali si tenevano in Settembre, il mese del raccolto, e quell'anno il raccolto era stato molto scarso. Il parr. Natale, promotore della festa, sottolinea questo aspetto, ma ha la capacità di trasformare un evento così negativo e limitante come la mancanza di denaro, in un ulteriore motivo di affetto e devozione alla Vergine Preziosa.
Riporto testualmente le parole del suo discorso, che potrebbero sembrare un po' ingenue ma, invece, sono intrise di tanto amore e fiducia nella Provvidenza.
«La scarsezza del ricolto ci consiglia e forse ci costringe a dimezzare le nostre offerte, di essere meno generosi verso S. Maria Preziosa; e giustamente...».
E ancora: « Ma chi non dice che questa Madre Benedetta permetteva questa scarseggia di ricolto per vantare appunto la vantava generosità del nostro cuore per lei e vedere, se veramente siam capaci di fare, anco nelle ristrettezze, ogni sacrifico per onorarla e glorificarla? … La Madre Nostra Preziosa, la quale dal cielo ci guarda, vedendosi glorificata da noi, pur a costo di sacrifici, si allieterà, e sorridente di soave compiacenza, benedirà, siam certi, le generose offerte dei suoi figli»1.
Dovette essere molto convincente il Parr. Natale e, comunque, aveva visto proprio giusto, perché, in quella occasione i Casalesi superarono se stessi.
Tanto per cominciare, i festeggiamenti iniziati Venerdì 4 Settembre si protrassero fino al giorno 13.
Furono portate in processione per le strade del paese le statue di S. Francesco Saverio, S. Antonio di Padova, S. Rocco, S. Francesco d'Assisi, S. Nicola di Bari, S. Anna, S. Gioacchino, S. Luigi Gonzaga, S. Stanislao Kosta e l'Angelo Raffaele.
Le strade di Casale furono percorse in lungo ed in largo da tre bande (Nola, Avella, Marcianise), che divennero addirittura cinque e intonarono l'inno reale, quando il Vescovo, Mons. Vento, pose la Corona Aurea sulla testa della Vergine e del Bambino Gesù, in mezzo ad un volo di candide colombe.
Anche il giovanetto che recava le corone era vestito di bianco, secondo il classico rituale del “volo dell'angelo”.
Infine, era venuto proprio da Nola il “giglio” dall'artista Nicola Vecchione, illuminato a gas acetilene e animato da musicisti e cantanti, che rallegrarono l'atmosfera con «scelte e modeste canzoni napoletane»2, come dice testualmente il Ferro.
Devo confessare che ho sorriso, leggendo queste righe, ed ho provato un sentimento a mezza strada tra la meraviglia e la nostalgia.
Da ex sessantottina ho provato stupore per il fatto che anche le canzoni napoletane potessero essere state sottoposte alla censura, da Casalese, ho ammirato l'ingenuità ed il candore di questo popolo.
Ritornando ai festeggiamenti, ricordiamo che, secondo le notizie giunte fino a noi, l'illuminazione del paese fu generale e, naturalmente, non mancarono i fuochi pirotecnici e i mortaretti.
Così pure si ebbero proiezioni cinematografiche in Piazza Mercato e perfino corse di cavalli con ricchi premi.
Il programma della festa, riportato nell'opuscolo citato, dimostra ancora oggi che tutti collaborarono alla buona riuscita dell'evento nel limite delle loro possibilità, e che giunsero numerose offerte perfino dall'America, come ci ricorda ancora la lapide all'interno della Chiesa del SS. Salvatore, che parla di “benefattori americani”, cioè di figli di Casal di Principe che, pur emigrati all'esterno, mantenevano ancora vivo il rapporto con la Vergine Maria e la loro terra d'origine.
3 Dal 1908 al Centenario
Dopo la prima, solenne incoronazione del 1908, ricordiamo che nel 1933, venticinquesimo anniversario, fu costruito il trono marmoreo alle spalle dell'altare maggiore, nella chiesa del SS. Salvatore, e nel 1958, in occasione del cinquantenario, l'avv. Delio Iorio, con la propria cinepresa, riprese la processione dell'epoca. Questo filmato ormai storico rappresenta un ricordo ancora vivo e palpitante della devozione popolare, e molti vi hanno riconosciuto i genitori, i nonni o altre persone care, nonché le autorità civili ed ecclesiastiche del tempo.
Nel 1983, 75° anniversario dell'incoronazione, l'allestimento dei festeggiamenti, curato dal Con. Don Vincenzo Caterino e dal Parr. Don Carlo Aversano, prevedeva la pubblicazione di un interessante opuscolo a cura di L. Santagata, che illustrava le origini del culto ed il successivo sviluppo della devozione alla Madonna, da cui trasse origine, nel 1924, anche l'Istituto a Lei dedicato.
4 Il Centenario
Il Centenario dell'incoronazione della Vergine Preziosa a Casal di Principe, avvenuto l'8 Settembre del 2008, ebbe un'enorme risonanza e tutti i giornali di quel periodo se ne occuparono. Riporto, a titolo di esempio, un articolo del giornalista A. Casapulla, apparso su “Il Mattino”.
«Nove giorni di festa, cinque chili d'oro per formare le corone, quasi cinque chilometri lineari di luminarie, oltre duecentomila euro di offerte provenienti da Enti pubblici e privati cittadini, cento anni di storia. Il Centenario della incoronazione della Madonna Maria SS. Preziosa a Casal di Principe è il principale avvenimento dell'anno per l'intera comunità».
Ora, al di là dell'immane sforzo organizzativo, delle enormi spese e della spettacolarità dell'avvenimento, desidero sottolineare altre cose, forse meno appariscenti, che, da testimone oculare, mi hanno colpito.
Innanzitutto la partecipazione del popolo, in questa circostanza, può essere, senza tema di sbagliare, definita «corale». Lo stadio comunale era pieno fino all'inverosimile, perché nessun Casalese voleva rinunciare a dire «Io c'ero alla festa del Centenario!»
Penso che nelle case sia rimasto soltanto qualche invalido gravissimo o qualche moribondo, perché vedevo mamme con carrozzine di bambini, anziani sorretti dalle badanti e persone di ogni età e ceto sociale.
C'erano tutte le autorità civili e militari, i massimi rappresentanti di Polizia e Carabinieri, il sindaco Cristiano, i Parroci della Forania: Mons. Carlo Aversano, Don Franco Picone, Don Delio Pellegrino e Don Francesco Manzo e tutto il clero “in pompa magna”, con in testa il Card. Crescenzio Sepe, che avrebbe proceduto all'Incoronazione.
Questo coinvolgimento totale, però, non creava disordine; ciascuno sedeva nel settore assegnatogli e tutto si svolgeva secondo un copione magistralmente predisposto.
I canti ed i suoni, ora pacati e supplichevoli ora triangoli, sembravano, al tempo stesso, invocazioni alla Vergine e rendimento di grazia.
Mentre il caldo pomeriggio ancora quasi estivo dell'otto Settembre 2008 andava declinando, in silenzio quasi irreale, culminato in un interminabile e fragoroso applauso, il Card. Sepe, dopo cento anni, incoronava di nuovo la Vergine Preziosa e sanciva con quel gesto la regalità di Maria, Madre del Salvatore e corredentrice dell'umanità.
Mi guardai intorno, quel giorno, e vidi più di una lagrima negli occhi della gente; erano, per la maggior parte anziani, ma c'erano anche tanti giovani tra loro; la devozione a Maria non era, dunque, solamente un fatto legato alla nostra tradizione ma molto di più.
Era come se ciascuno dei presenti fosse riuscito a stabilire con la Vergine Preziosa un rapporto particolare di affetto, che andava ben al di là della semplice devozione e dei legami di appartenenza ad un popolo che, da sempre, onora la Madonna.
Ognuno si sentiva personalmente interpellato e amato da questa Madonna celeste potente, che tutti accoglieva, presentando il Figlio Divino e offrendo amore e salvezza.
Un vincolo davvero profondo e straordinario questo, suggellato dall'immensa fiaccolata per le vie del paese. Lo scintillio delle fiammelle, che si snodava senza sosta anche per le piazze e le strade di campagna, accompagnato da mormorio sommesso delle giaculatorie e dal risuonare alto dei canti, al calare della sera metteva quasi i brividi: tutto un popolo si prostrava ai piedi della Vergine, riconoscendola Madre e Regina.
Concludendo, da qualsiasi punto di vista la si guardi, l'Incoronazione appare come il momento più alto di una liturgia del ringraziamento, che parte dal cuore di tutti e di ciascuno, ma soprattutto il riconoscimento della “regalità” di Maria, del suo potere nei confronti dell'Onnipotente e della sua capacità di intercessione a favore dei miseri e dei diseredati.
Maria diviene così non solo “la voce di chi non ha voce”, ma, soprattutto, la mediatrice tra l'uomo e Dio, il punto di un incontro che sembrava impossibile, quello tra l'umano e il divino, il finito e l'infinito.