Gli antichi giochi dei bambini

(A cura della prof.ssa Maria Grazia Corvino)
Gli svaghi dei bambini degli anni passati, si svolgevano all’aria aperta ed i cortili diventavano delle vere e proprie palestre; oppure si giocava nelle “vinelle” (stradine) con fratelli o vicini di casa. Ci si divertiva veramente con poco, senza malizia, né cattiveria e si era spensierati e felici, usando attrezzi il più delle volte di legno, di stoffa, realizzati da loro stessi, o le corde. I bambini facevano a gara nel portare oggettini semplici come gusci di noce, un pezzo di carta, dei bottoni, sassolini “vriccelle”, palline, biglie e così via.
Il gioco, per loro era veramente un modo creativo per crescere e socializzare perché gli oggetti erano di uso comune per tutti senza alcuna discriminazione e di scarso valore. I familiari, anche se impegnati in faccende domestiche o lavori, erano del resto molto tranquilli perché  nelle strade di allora non passavano automobili, motorini e mezzi di trasporto pericolosi come oggi.
Solo la mattina presto o di sera, per le vie passavano i cosiddetti “traini” (carretti con il cavallo) o la “cassitta” ( calesse) e per questo gli spazi dedicati ai giochi dei bambini erano sempre disponibili.

LA CAMPANA – Questo gioco, semplice e divertente, è antichissimo e risale all’”800. Con dei semplici gessolini o con il carbone si disegnavano per terra dei quadrati in sequenza alternata di uno e poi due quadrati; si lanciavano dei sassolini all’interno della campana e vinceva il gioco chi riusciva a raccogliere, saltellando, più sassolini stando eretto su una o due gambe e senza toccare le linee di divisione.

I NUCELLE (Le noccioline) – Ad una certa ora del giorno i bambini del rione si riunivano in un  cortile di una casa del vicinato per giocare con le bucce delle noccioline. La gara veniva vinta dal bimbo che riusciva a far entrare più bucce nelle buche che si trovavano sempre nello spazio del cortile. Si poteva tirare a turno una sola volta per ciascuno ed il vincitore riceveva in premio le stesse bucce usate nella gara, in modo da averne a disposizione molte di più in una gara successiva. Era più che altro un giochino di abilità oggi scomparso del tutto, semplice e divertente che serviva ad intrattenere i ragazzi per alcune ore.

LO STRUMMOLO (La trottola) – Era un oggetto di legno rotondo a forma di cono con un chiodo sulla punta. Sulla striatura lungo il legno si avvolgeva dello spago il cui capo finale veniva stretto nella mano mentre si lanciava la trottola, che iniziava a girare su una parte del suolo pavimentato o comunque duro del terreno. Vinceva chi era più bravo a far girare la trottola per un tempo maggiore rispetto agli altri ed il premio consisteva, nel colpire, con la parte appuntita, lo strummolo del perdente.
In questo gioco, molto antico ed oggi scomparso, si cimentavamo i maschietti che spesso si costruivano loro stessi l’attrezzo .

A FREZZA
(La fionda) – Consisteva nel colpire un bersaglio lontano con un attrezzo composto da un pezzo di legno con una impugnatura a forma di ipsilon (Y), su cui veniva fissato un elastico doppio, in grado di sostenere  un  sasso e poi lanciarlo contro qualcosa.
La popolarità di questa fionda è stata  utilizzata anche nel campo cinematografico; per esempio la ritroviamo  nel film di Chaplin “ Il Monello” ( usata per rompere i vetri da un ragazzino) e da Ninetto Davoli nella parte del figlio di Totò, nel film di Pasolini.

BUTTUNE E VRICCELLE
(Bottoni e sassolini) – Questo gioco consisteva nel far entrare in alcune apposite buche più bottoni o sassolini rispetto ad altri concorrenti. Il gioco poteva farsi anche a squadre contrapposte e vinceva chi riusciva a farne entrare un numero maggiore rispetto ad altri.

SOTT’AMMURE (Sotto il muro) – A questo gioco si dedicavano i ragazzi più grandicelli e smaliziati, perché occorreva un certo impegno ed abilità e serviva a racimolare, all’origine, qualche soldo . Molto semplice nelle sue modalità: due o più persone lanciavano, da una distanza prefissata, fin sotto il bordo di un muro, delle piccole monetine di metallo e chi riusciva ad avvicinarsi maggiormente alla parete risultava il vincitore che aveva il diritto di incassare tutte le altre monete lanciate in quel giro.

UNA MONT (Salta cavallo) –Questo gioco detto anche “la cavallina”, consisteva nel mettere a turno un ragazzo in posizione del cavallo, ovvero con le mani  e la testa in giù, a mò di cavallo, ed un gruppo di altri ragazzi  gli saltavano addosso a turno dicendo la frase: “una mont”  colpendolo con un tocco di mano.

A CUMETA (L’aquilone) – I ragazzi facevano a gare a chi si costruiva la “Cometa” più bella e magari più grande, da far volare nel cielo in primavera  quando nell’aria si alzava un buon venticello. Oggi gli aquiloni fatti di materiale plastico li vediamo belli e colorati specialmente d’estate lungo le spiagge, ma fino ad alcuni anni fa, essi venivano costruiti artigianalmente dai nostri ragazzi anche con l’aiuto di persone anziane. Si ritagliava da una canna uno scheletro ad arco mantenuto dallo spago, a forma di balestra, su cui si fissavano dei fogli di carta velina colorata; si inseriva una coda di carta e si legava il tutto ad un filo sottile per poterla lanciare durante le giornate ventose. Dal basso, mentre
l’aquilone saliva, si allungava sempre più filo fino ad avere uno spettacolo molto bello a vedersi.
I ragazzi facevano a gara a chi riusciva a far volare la propria cometa più in alto, perché l’abilità della gara consisteva proprio in questo.

A ‘NNASCUNNARELLA (A nascondino) – Questo è un gioco che da sempre ha divertito i bambini ed è in parte praticato ancora oggi, perché stimola la loro capacità inventiva. Un gruppetto di ragazzi del vicinato, durante il tempo libero, si riuniva in un cortile o abitazione più grande o magari meno abitata ed, a turno, coprendosi gli occhi, uno stava sotto, nel senso che restava girato verso un muro contando  fino a 30. Gli altri, in tutta fretta, andavano a nascondersi nei posti più impensati: balle di paglia o fieno, attrezzi agricoli o, se le mamme lo concedevano, anche in casa, negli  sgabuzzini, dietro mobilia, ecc. Al termine della conta, il ragazzo si metteva alla ricerca degli altri ed il primo che trovava, prendeva il suo posto e così il gioco riprendeva fino a che non giungeva la stanchezza tra di loro.

LA CORDA – Per le femmine, questo gioco era l’ideale perché molto ginnico. Due mantenevano all’estremità una corda ad una media altezza facendola girare su se stessa, mentre una terza ragazza vi saltava sopra ;e  così di seguito alternandosi.

BAMBOLE
– Le bambine si divertivano e si intrattenevano giocando con le bambole fatte, il più delle volte, dalla propria madre con stoffa riciclata, oppure foglie di pannocchie e fili di lana (capelli). Queste bambole venivano chiamate anche “pupatelle”.

LE BELLE STATUINE
– Una bambina situata al centro di un gruppo di altre ragazze, in un cortile o uno spazio idoneo, doveva rimanere sempre seria, nonostante venisse scherzosamente derisa o presa in giro dalle amiche in tantissimi modi. Se si spostava o rideva perdendo l’immobilità, usciva fuori dal gioco ed il suo posto veniva occupato da un'altra persona.