Nei primi anni del Novecento a Casal di Principe non c'era la corrente elettrica, che arrivò nel paese nel 1911/12 e qualche anno dopo nelle case (all'inizio solo nelle abitazioni delle persone più abbienti).
Per illuminare le abitazioni si usavano, quindi, le candele, le lampade ad olio o a petrolio (vedi foto lampade a petrolio).
Ci si alzava all’alba, quando il sole sorgeva e si andava a letto presto la sera ma, prima, ci si riuniva (d'inverno vicino al focolare) per recitare il rosario e raccontare fiabe, i “cunti, e aneddoti vari (VEDI FIABE E FILASTROCCHE)
Mancando radio, televisori e altre forme tecnologiche d’intrattenimento, pregare e intrattenersi con racconti veri o fiabeschi era l’unico modo per passare il tempo.
Nelle case non c 'erano i riscaldamenti a parte il focolare ma alcune abitazioni ne erano prive e si soffriva il freddo ; si usava, al massimo, un braciere “ 'a vrasiera” che era un recipiente dove si metteva la carbonella.
Talvolta sul braciere si metteva una sorta di “campana” (fatta con strisce di legno leggero) e si stendevano ad asciugare i panni di piccole dimensioni.
Il braciere è stato usato nelle nostre case fino agli anni Ottanta e oltre.
C'erano poi gli scaldaletti, “i scarfaliette”, in genere in rame (recipienti che venivano riempiti di carbonella o di carboni presi dal camino) i quali servivano a scaldare il letto e le coperte prima di coricarsi. Ce n'erano di varie dimensioni ( vedi foto).
L'igiene personale lasciava un po’ a desiderare . Dato che non c'erano docce o vasche e mancava l'acqua corrente nelle case (come già detto l'acqua si attingeva dai pozzi) il bagno si faceva di rado (una volta alla settimana, ogni quindici giorni o anche di più) in grandi tinozze dopo che l'acqua era stata scaldata sel fuoco.
Per lavarsi quotidianamente mani e viso si usavano bacinelle di ferro smaltato “ i vacile” (vedi foto ) e acqua fredda.
Per illuminare le abitazioni si usavano, quindi, le candele, le lampade ad olio o a petrolio (vedi foto lampade a petrolio).
Ci si alzava all’alba, quando il sole sorgeva e si andava a letto presto la sera ma, prima, ci si riuniva (d'inverno vicino al focolare) per recitare il rosario e raccontare fiabe, i “cunti, e aneddoti vari (VEDI FIABE E FILASTROCCHE)
Mancando radio, televisori e altre forme tecnologiche d’intrattenimento, pregare e intrattenersi con racconti veri o fiabeschi era l’unico modo per passare il tempo.
Nelle case non c 'erano i riscaldamenti a parte il focolare ma alcune abitazioni ne erano prive e si soffriva il freddo ; si usava, al massimo, un braciere “ 'a vrasiera” che era un recipiente dove si metteva la carbonella.
Talvolta sul braciere si metteva una sorta di “campana” (fatta con strisce di legno leggero) e si stendevano ad asciugare i panni di piccole dimensioni.
Il braciere è stato usato nelle nostre case fino agli anni Ottanta e oltre.
C'erano poi gli scaldaletti, “i scarfaliette”, in genere in rame (recipienti che venivano riempiti di carbonella o di carboni presi dal camino) i quali servivano a scaldare il letto e le coperte prima di coricarsi. Ce n'erano di varie dimensioni ( vedi foto).
L'igiene personale lasciava un po’ a desiderare . Dato che non c'erano docce o vasche e mancava l'acqua corrente nelle case (come già detto l'acqua si attingeva dai pozzi) il bagno si faceva di rado (una volta alla settimana, ogni quindici giorni o anche di più) in grandi tinozze dopo che l'acqua era stata scaldata sel fuoco.
Per lavarsi quotidianamente mani e viso si usavano bacinelle di ferro smaltato “ i vacile” (vedi foto ) e acqua fredda.