Struttura urbanistica- Le origini
Il “Casalis sui Principis” è sorto ai confini meridionali dell’area che anticamente costituiva l’Ager Campanus.
Questo territorio, dopo la fine delle guerre puniche, fu interessato da una vasta opera di razionalizzazione e bonifica delle terre incolte, la cosiddetta centuratio. La centuriazione veniva realizzata sul territorio per mezzo di assi stradali, formati da cardines e decumani limites, che si intersecavano ad angolo retto circa ogni 710 metri ed, all’interno di tali maglie quadrate, veniva realizzato un tracciato secondario costituito da strade minori e scoli per le acque piovane e per l’irrigazione. Questi lavori favorirono l’arrivo di nuovi coloni e consentirono un deciso miglioramento economico di tutta l’area ma, nello stesso tempo, l’arrivo di una nuova popolazione cancellò gran parte della cultura preesistente, quella osca.
<<Tutta l’area a sud dei Regi Lagni>> scrive la Torriero << presenta ancora oggi in maniera perfettamente leggibile le tracce dell’antica centuriazione romana,>> assi viari, canali, allineamenti arborei, semplici cippi, muretti divisori; <<il Cardo e il Decumano elementi determinanti della partitura, sono visibili ancora oggi così come individuati dal Gentile. Il Cardo, orientato contrariamente alla norma in direzione est-ovest, correva poco a nord del Clanio; il Decumano, con un tracciato ancora ben visibile, collegava Atella con Capua, l’attuale S. Maria Capua Vetere, e proseguiva fino al tempio di Diana Tifatina, attuale sito dell’Abbazia benedettina di S. Angelo in Formis.>>. Tale limitatio ha influenzato le caratteristiche del paesaggio agrario e lo sviluppo di molti centri abitati. A tal proposito è interessante notare come i due assi principali di Casale , le attuali via S. Donato – via Vaticale e l’ortogonale via Cavour – via della Pace, potrebbero corrispondere al cardo e al decumano della centuriazione romana. Inoltre, il casale sorgeva in un’area interessata dal passaggio di due vie antiche molto importanti, la via Campana, che collegava Capua con Cuma, e la via Antiqua, che collegava Atella con il litorale.
La notizia più antica su Casale risale all’anno 996, ed è riportata nel XII volume degli Annali Critico – Diplomatici del Regno di Napoli, dove si legge che Casale fu donato dal Principe di Capua, Pandolfo IV, al monastero di Montecassino, e che nello stesso anno l’Abate Cassinense Mansone edificò in Casale, una splendida Chiesa al Benedettino “S. Mauri”, Santo del suo Ordine.
Nel 1050, invece, nel I volume dei “Regii Neopolitani Archivi Monumenta – edita ac illustrata”, è riportata una carta del Monastero di S. Sebastiano, dove fra gli altri piccoli nuclei rurali si menziona Quadrapane, Campovitale, e Casale, posti “in finibus Leboriae”, cioè posti ai confini di “Terra di Lavoro”. Quindi le prime notizie pervenuteci risalgono alla prima metà del IX e X secolo, epoca in cui esso risulta essere un casale abitato, cinto da un fossato e da una via pubblica: secondo il Gallo, quella che da Frignano conduceva al Pantano. Altri assi toccano il borgo, in particolare quello che da “Ponte Anecchino” conduce verso il Lago Patria (oggi quest’asse in parte esiste ancora ed è l’attuale via Vaticale che collega Casale con Capua).; questa posizione al centro di un articolato sistema viario è quello che ne garantisce la sopravvivenza. Particolari, in questo periodo e per tutti i secoli successivi, sono le condizioni ambientali dell’insediamento. Intorno ad esso molte sono le aree coperte da boschi, Casale doveva confinare con esse e addirittura esisteva un “Gualdellum de Casale”. Solo poco distante cominciava la palude: il Pantano, appunto, descritto come deserto per la sua invivibilità.
Quando arrivano i Normanni, Casale è una “Bajulatio” e nel 1056 appare come una struttura protetta da un fossato e circondata da altri borghi, quali San Cipriano D’Aversa e Casapesenna.
La sistemazione della struttura difensiva dei casali localizzati intorno alla città di Aversa potrebbe essere interpretata come facente parte di un più ampio programma di organizzazione territoriale conseguente alla conquista Normanna (1130). Non a caso è possibile individuare nella struttura urbana di questi centri le caratteristiche di un insediamento fortificato intorno ad un edificio civile di cospicue proporzioni. Questa tipologia è riscontrabile nei casali intorno ad Aversa (Lusciano, Parete, Teverola, San Marcellino e principalmente Casaluce che ha il nucleo incentrato sul poderoso castello).
L’esigenza di creare una forza stabile, in un’area che fin a pochi anni prima si identificava come territorio di confine, scaturisce dalla esigenza di costituire una serie di poli difensivi tali da creare una maglia che costituisca uno sbarramento fra gli approdi costieri e gli insediamenti principali, di Aversa, in un primo momento, poi Capua.
Non a caso è lo stesso Ruggero a decidere la distruzione totale dei castelli di questa zona, temendo che potessero costituire i capisaldi di una futura ribellione (1166).
Con Federico II, intorno al 1250, le terre di Casale sono infeudate, assieme a quelle di Quadrapane, ed appartenenti a Riccardo Rebursa al quale vengono tolte, per punirlo della sua fedeltà alla casa Sveva; successivamente Carlo I d’Angiò le dona in premio a Guglielmo Stendardo.
Nel secolo XV (1404) Casale è di proprietà di Sancia Ursino che lo vende a Gurello Origlia o Orilia e da questo viene trasferito ai Gargano, signori di Caiazzo, insieme alla località Ponte Anecchino (ponte sul fiume Clanio, oggi Regi Lagni).
Ai fini di una analisi dell’assetto del territorio questa circostanza è interessante perché riconosce al possesso della città annessi diritti sul ponte; fondamentale il punto di transito in direzione di Capua (Casilinum), potente città Medioevale, verso il lago di Patria attraverso Casale di Principe superando il fiume Clanio. Il lavoro di bonifica dell’area viene avviato agli inizi del XVII secolo su progetto di Domenico Fontana. Questa realizzazione, certamente molto imponente ed onerosa, si configura come episodio determinante della vita economica e sociale della zona, che si trova ad essere modificata e migliorata nelle sue strutture territoriali primarie come la cartografia coeva e successiva mette in risalto.
Possiamo dedurre e sintetizzare che gli elementi condizionanti la nascita di Casal di Principe siano stati:
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la vicinanza con un percorso viario di un certo interesse;
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la strada fra Aversa e Vico di Pantano (oggi Villa Literno);
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facili collegamenti con i punti di attraversamento del Clanio;
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uno dei quadrati della maglia della Centuriazione che costituisce, in un primo momento, un semplice elemento di perimetrazione, successivamente, è rinforzato con fossi, steccati e siepi.