Santa Lucia tra mito e devozione

Nei tempi andati, era questa, per i casalesi, un pò come san Valentino: la festa degli innamorati.
C'era , infatti, l'usanza, in questa giornata , di portare alla propria fidanzata "a mappata", e cioè nu maccatur (un fazzoletto ampio da contadino) pieno di fichi secchi, mandorle, noccioline, lupini ecc.. ecc.. Era un simbolo ed augurio di fertilità, e segno d'amore e rispetto: tradizioni contadine, di un mondo dove bastava poco per dire molto.
Santa Lucia è anche la Santa protettrice degli occhi, e, ancora oggi, i fedeli vanno presso la sua cappella , in via Vaticale, e con un fazzoletto strofinano gli occhi della santa e poi lo ripassano sui propri. La Cappella di Santa Lucia a Casal di Principe, risale all'anno mille, ed è stata sempre oggetto di grande devozione dei nostri concittadini. Se venite oggi qui da noi vedrete la folla che cerca di entrare in questa piccola Chiesa. Dentro vi trovate anche la statua di un altro Santo , Sant'Aniello, che , secondo alcune ipotesi, è stato traslato in questa Cappella, a metà dell'800 da un piccolo villaggio che una volta esisteva a due passi da Casale : Quadrapane; del villaggio oggi esiste solo il nome di un fondo rustico , di fronte al Campo Sportivo, ma una volta era abitato e aveva come santo protettore Sant'Aniello la cui effige fu trasferita nella Cappella di Santa Lucia quando il villaggio fu abbandonato e i suoi cittadini si trasferirono a Casal di Principe.



 

(Le notizie che seguono sono a cura di Pasquale Fedele – Responsabile Servizio Archivio e Editoria del Centro Studi Normanni © Testo di Angelo Cirillo)
Lungo Via Vaticale tre lastre di marmo su una facciata anonima rivelano ai passanti i titolari di una delle chiese più antiche della città: San Francesco Saverio (nel mezzo), Sant’Aniello di Napoli e Santa Lucia di Siracusa. Comunemente la chiesa è nota come “Cappella di Santa Lucia” ed è oggetto di un’intensa devozione popolare che il 13 dicembre di ogni anno si manifesta con una gran folla di fedeli.
L’aspetto attuale è modesto, un unico ambiente ad aula con un piccolo torrino campanario ed un altare per le celebrazioni (gli interni sono stati rimaneggiati sul finire del secolo scorso). La Chiesa di Santa Lucia è stata quasi completamente ricostruita dopo il secondo conflitto mondiale cancellando le tracce dell’originale architettura; l’ingresso era posizionato a Sud, su “Strada Santa Lucia”, e guardava verso il centro cittadino. Fino alla fine del XIX sec. infatti l’abitato di Casal di Principe era ancora molto contenuto e la chiesa era immediatamente al di fuori di esso.
Le prime notizie riguardanti la “Cappella” le ricaviamo dalla Santa Visita del 1555 del vescovo Balduino de Balduinis; altre informazioni si possono leggere nei documenti dei suoi successori. Nel XVIII sec. il cardinale Innico Caracciolo, vescovo di Aversa, annota «…è sede della Congrega dei Fratelli…in numero di cento…tra le altre mansioni ha quello di accompagnare alla sepoltura li morti gratis e visitare li fratelli carcerati od infermi e quando sono poveri anco soccorrerli». Agli inizi del ‘700 la Chiesa di Santa Lucia era infatti diventata sede della Confraternita della Visitazione di San Francesco Saverio, di qui la presenza della statua in legno scolpito e dipinto del Santo gesuita nella nicchia sull’altare della chiesa. L’opera, di scuola napoletana del XVIII sec., è l’ultima testimonianza della presenza di questo sodalizio che a Casal di Principe dovette operare fino alla fine del XIX sec. come organismo laicale indipendente dalla parrocchia del Santissimo Salvatore.
I confratelli usavano la chiesa come propria sede ma restava compito dei parroci gestire i beni della stessa; “de jure” questi esercitavano le funzioni di procuratori (inteso come rettori) della chiesa e nominavano, annualmente, due laici per organizzare la festa in onore di Santa Lucia il 13 dicembre. Anche se le notizie in nostro possesso sono piuttosto scarse possiamo ipotizzare che la devozione popolare casalese verso la Santa di Siracusa si consolidò sul finire del XVII ed inizio del XVIII sec. anche grazie alla confraternita di San Francesco Saverio; ciò è avvalorato proprio dal busto reliquiario del XVII sec. di Santa Lucia che i fedeli, successivamente, vollero acquistare per la chiesa.