Il fascismo a Casal di Principe

Il fascismo salì al potere in Italia nel 1922, dopo la marcia su Roma quando il re, Vittorio Emanuele III, chiamò Mussolini e gli diede l’incarico di formare il nuovo governo. C’è da dire però che, fino al 1925, si trattò di governi di coalizione, nei quali entravano anche altre forze politiche (liberali, popolari, socialdemocratici…) anche se era ben chiaro chi faceva la parte del leone.
Nel gennaio del 1925, dopo il delitto Matteotti e la secessione dell’Aventino, Mussolini, assumendosi tutta la responsabilità di ciò che era avvenuto, con un colpo di stato, instaurò la dittatura e trasformò il partito di  governo in partito di  regime ( discorso alla Camera 3 gennaio 1925).
L’operazione fu portata a  termine l’anno successivo, nel novembre del 1926,  con le famose “leggi fascistissime” con le quali furono sciolti i partiti e i movimenti d’opposizione; fu istituita l’Ovra (polizia speciale)  il Tribunale speciale per giudicare i dissidenti; furono intensificati  i controlli di polizia e la censura valorizzando organismi di inquadramento di massa come l’Opera nazionale Balilla e i gruppi universitari fascisti.
Leopoldo Santagata afferma che “il fascismo non attecchì mai saldamente a Casal di Principe come dottrina” (op.cit.-pag.102) ma che ci furono alcuni opportunisti che credettero di farsi valere una volta “vestiti di nero”.
Si può concordare sul fatto che il fascismo non si diffuse  come dottrina nel nostro paese, come non si erano mai conosciute le altre dottrine politiche. Il nostro era, in quel periodo, un paese di contadini semianalfabeti il cui interesse primario era  “sfamare la famiglia”; pochissimi avevano studiato e si intendevano “di politica”; e furono proprio loro che si fecero avanti, in quel periodo come già in passato.
C’è da dire subito che nel 1928 un Regio decreto del 9 aprile pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’8 maggio, riuniva in un solo Comune definito ALBANOVA i tre Comuni di Casal di Principe, San Cipriano e Casapesenna.
Il Comune di Albanova fu dotato di una stazione ferroviaria.
I lavori per la costruzione della stessa durarono alcuni anni e assorbirono parecchia manodopera e questo, per alcuni anni, ridusse, almeno in parte, la piaga della disoccupazione.
La stazione poi, una volta ultimata, diede impulso all’economia locale sia perché i nostri prodotti potevano essere esportati sui mercati di Napoli e Roma, sia perché gli operai, una volta costretti “ad arrangiarsi” in paese offrendo le loro braccia alla terra, potevano raggiungere facilmente Napoli, l’Italsider di Bagnoli e persino le pianure pontine dove si stava svolgendo l’opera di bonifica.
Oltre alla stazione il fascismo continuò  la bonifica delle terre paludose rendendo al sole e al lavoro distese immense di terreno che prima marcivano sotto l’acqua stagnante anche se, chi poi beneficiò di tutto questo furono i proprietari terrieri che usufruirono delle opere di irrigazione, della diminuzione dell’imposta fondiaria, dell’abolizione della tassa di successione, ecc.
Nel periodo fascista abbiamo al potere vari personaggi:
  • Stanislao Corvino (1925/28)
  • Epaminonda Baldascino (1928/29) Podestà
  • Arturo Coppola (1930/31) Podestà
  • Domenico Letizia(1931/32)
  • La Greca Ernesto (commissario Prefettizio)
  • Camillo Pignata (1932/33) Podestà
  • Ettore Pianese (1933/34 e 1935/39)
  • Lorenzo Bevilacqua (1940/1943) Commissario prefettizio
Di questi personaggi alcuni  meritano di essere menzionati .
Epaminonda Baldascini fu medico e podestà nel 1928/29. Personaggio stimato dalla popolazione per la sua dedizione al popolo, in soli due anni cercò di fare del proprio meglio per migliorare le condizioni igienico-sanitarie del paese pur disponendo di esigui mezzi.
Domenico Letizia viene  definito da Santagata “un perfetto gentiluomo” , amante della sua terra che avrebbe voluto portare a grandi altezze.  Riuscì a riequilibrare il bilancio comunale e si impegnò in opere pubbliche .
Ettore Pianese fu al potere per molti anni e a lui si deve la costruzione del fognone che permise di interrare le acque piovane che, provenienti da S. Cipriano, invadevano piazza Mercato, via S. Lucia, via Colombo, ecc.
Gli interventi del Pianese furono importanti anche nella pubblica istruzione anche se i mezzi economici di cui il Comune disponeva erano sempre troppo esigui per poter effettuare gli interventi di cui il paese avrebbe avuto veramente bisogno per progredire.
Un personaggio, invece, non molto benvoluto né dal popolo  ne’ dall’Arma dei  Carabinieri, fu Arturo Coppola, podestà nel 1931/32 e poi segretario del Fascio nel paese.
In una nota riservata che i RR. CC. inviarono al Prefetto in data 5 marzo 1940, lo stesso viene definito “patrocinatore  e protettore di delinquenti”, “costretto a dimettersi dalla carica di podestà per attività di contrabbando” in collusione con soggetti della malavita locale, persona anche moralmente poco raccomandabile.
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Il 1935 fu l’anno della conquista dell’ Etiopia. Quasi tutti la accettarono con la speranza che quella terra così estesa e ricca di risorse potesse risollevare le sorti della nostra Nazione.
In quell’occasione Mussolini chiese al popolo “l’oro per la patria”, perché le risorse erano scarse. E così, in ogni piazza, il gerarca fascista, affiancato da due militi, aspettava la folla che si recava a portare l’anello nuziale, il braccialetto, il piccolo paio di orecchini magari ricordo di famiglia.
Casale rispose generosa a questo appello e molti volontari partirono per questa guerra. Tra questi ricordiamo Corvino Ottavio (1895) e Corvino Pasquale (1914) poi deceduti durante la II guerra mondiale. 
La conquista dell’Etiopia fu, invece,  per la nostra nazione l’inizio della fine. La Società delle Nazioni, non gradì questo attacco che contravveniva ad una linea stabilita dall’Europa in quel periodo e l’Italia fu cacciata dal consesso. A questo punto iniziò il lento ma inesorabile avvicinamento della nostra nazione  alla Germania di Hitler, avvicinamento  che sarà sancito con l’Asse Roma –Berlino del 1936 e con il Patto d’Acciaio del 1939. E nel 1940 l’Italia entrerà in guerra accanto alla Germania.